Fra tutte le strutture costruite con elementi lineari, la cupola geodetica è quella con il massimo rapporto fra volume racchiuso e peso (massimo volume con il minimo peso). 
Il progetto tradizionale, con carta e matita, di una cupola geodetica è molto complesso, in parte perché non esistevano progetti standard di cupole geodetiche pronti, da scalare dimensionalmente secondo le necessità, ma ogni cupola doveva essere progettata da zero in base alle dimensioni, alla forma e ai materiali. Il risultato è una soluzione di compromesso basata su triangoli e geodetiche solo approssimativamente regolari.



Invece questo progetto mi insegue da tempo, il Poème électronique, un capolavoro distrutto.

Questo padiglione è stato progettato e realizzato per l’Esposizione Internazionale di Bruxelles del 1958.
L’intero lavoro fu iniziato e diretto da Le Corbusier, che si occupò della realizzazione e della selezione delle immagini che componenvano il filmato proiettato su due pareti, cui si aggiunsero il “suono organizzato” composto da Edgar Varèse e diffuso mediante 350 alto parlanti articolati in “strade sonore”, è stato progettato architettonicamente da Iannis Xenakis (architetto, musicista e ingeniere).
Il risultato fu la prima vera e propria opera multi mediale è in grado di suscitare un’esperienza totalizzante dell’ascolto e della visione.


La prima caratteristica del padiglione, ed anche la più evidente, è data dall’assoluta mancanza di superfici piane e verticali: quell’architettura, infatti, è composta da superfici rigate, formate da pannelli di cemento armato precompresso e sostenute da costole.L'idea è partita dalla riproduzione in materia di onde sonore prodotte da una musica.
Stiamo parlando di 53 anni fa, si pensava già al sound design e come la musica potessere essere rappresentata a seconda delle onde sonore in FORMA. Credo sia pazzesco!
Purtroppo un'idea così visionaria e troppo avanti rispetto i contemporanei non ha avuto futuro, infatti nonostante il successo portato, la struttura fu distrutta pochi mesi dopo l'innagurazione, alla fine dell'esposizione. Un danno irrimediabile!!



Dopo due esempi interessantissimi ne porto un'altro, più attuale degli altri due solo per cronologia. Il Metropol: Parasol, Jürgen Mayer

Un'architettura che di certo non passa inosservata. Ho il piacere di prenderla in considerazione, per arrivare a fare una riflessione probabile mente inopportuna. La maestosità di questa struttura sicuro ruba il cuore dei turisti, li affascina, li stupisce: ma allo stesso tempo ridona l'idea di piazza, di urbano.
La potenza che il software regala probabilmente a volte fa sfuggire di mano l'obbiettivo finale. L'uomo. Non dimentichiamoci mai che l'architetto ha un compito morale, quello di progettare per la gente, oltre che per stupire.

Jan Peter Koppitz, l'ingegnere che ha seguito il progetto: il calcolo strutturale è avvenuto attraverso "uno strumento di interazione automatica con cui determinare lo spessore di ciascun elemento di legno e ottimizzare l'intersezione di ogni parte della struttura".